mercoledì 23 aprile 2008

Lapidarium di Ryszard Kapuscinski

Immagine di Lapidarium
Pensa a voce alta Kapuscinski in questo libro ricco di riflessioni, appunti, citazioni.
In Lapidarium Kapuscinski c’è, c’è lo scrittore, il reporter, l’uomo curioso, il lato umano di un polacco che da scalzo per le vie di un paesino ai margini della società si ritrova in compagnia di illustri uomini del suo tempo in giro per il mondo. Ci racconta del suo essere scrittore, del lavoro su di sé e della continua formazione che il mestiere di giornalista richiede come imprescindibile presupposto per l’esercizio di questa professione; della trasformazione del potere che dai centri politici si è spostato verso le centrali televisive; riflessioni sull’uccisione della natura attuata a partire dall’eliminazione dalla nostra lingua dei termini che la descrivono; riflessioni sulle conseguenze delle ondate migratorie. “Il tema della mia vita sono i poveri” dice Kapuscinski “la vita povera, caratterizzata dalla stagnazione, dall’immobilizzo strutturale, dalla tendenza alla regressione, dalla continua minaccia della rovina totale, da una diffusa mancanza di vie d’uscita”. Ryszard ne è uscito grazie alla cultura, che a detta sua rappresenta “la chiave di tutto”.

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